IGIENE ORALE

A cosa serve l’igiene orale?

Da molti conosciuta come la pulizia dei denti, l’ablazione del tartaro è un trattamento fondamentale per mantenere in salute il nostro cavo orale, in particolare dei tessuti di sostegno del dente: gengive , osso e legamento parodontale.

Facendo ciò si prevengono le principali patologie della nostra bocca quali gengivite, parodontite e la terapie delle stesse.

L’igiene orale infatti, oltre ad avere un valore senza dubbio estetico al primo impatto, è di fondamentale importanza in quanto va a contrastare gli effetti nocivi provocati dall’accumulo di placca e tartaro, rimuovendoli dalla superficie del dente.

Cosa sono placca e tartaro e cosa causano?

La placca batterica è una sostanza di colore bianco-giallognola, dalla morbida consistenza, che aderisce tenacemente sulla superficie del dente come sulle gengive, e che tende a formarsi già dalle 8 ore successive alla manovra di igiene orale domiciliare che professionale.
A causa della sua struttura complessa e resistente, la placca, composta da più di 500 specie di batteri, può essere rimossa solo dalla SPAZZOLINO e sicuramente NON attraverso uno semplice sciacquo con acqua o colluttorio.
La placca, se non rimossa costantemente con una buona igiene orale, tende a stratificare fino a mineralizzarsi nelle 24 ore successive, trasformandosi così in Tartaro.

La presenza dei batteri nella placca, la rende nociva per la nostra bocca in quanto, la placca acida infatti, demineralizza la superficie dentale rendendola vulnerabile alla carie; la presenza dei batteri , inoltre scatena una reazione infiammatoria nei tessuti, inizialmente chiamata Gengivite che se non trattata in tempo degenera in Parodontite, molto più grave in quanto coinvolge i tessuti di sostegno del dente (Osso dentale e legamento); quest’ultima nei casi più gravi può portare alla perdite degli elementi dentari.

E’ quindi di fondamentale importanza avere un ottima igiene domiciliare seguita da periodici richiami di igiene professionale.

Nel nostro studio durante la seduta di igiene orale, oltre all’utilizzo manuale di curette, ove necessario, viene utilizzato uno strumento chiamato Ablatore.
Attraverso una punta metallica emette rapide vibrazione di intensità variabile, oltre ad un getto d’acqua.
La rimozione del tartaro avviene attraverso 3 modalità:

  • vibrazione meccanica: frantuma i depositi di tartaro
  • cavitazione : l’energia acustica prodotta dal continuo flusso d’acqua ha effetto antimicrobico in ambiente povero d’ossigeno. La cavitazione, invece, prodotta dall’integrazione tra flusso d’acqua e vibrazione della punta porta ad un indebolimento della parete batterica.
  • Irrigazione: il getto di acqua nebulizzata che fuoriesce dal manipolo dello strumento serve sia per  rimuovere i depositi frantumati dall’azione meccanica, che per raffreddare la punta dello strumento.

Oltre a questo presidio si utilizza un getto di aria, acqua e glicina la quale soffiata nelle tasche parodontali e sui tessuti orali, riesce a rimuovere in modo efficace il biofilm batterico senza danneggiarli.
In presenza di macchie persistenti utilizziamo un getto di acqua e bicarbonato a bassa granulometria (per evitare abrasioni dentali) per sbiancare superficialmente il dente.
Infine lucidiamo i denti con una pasta fluorata, in quanto più la superficie dentale risulterà liscia minor possibilità di adesione avrà la placca batterica.

Ogni seduta di igiene orale è personalizzata in base alle esigenze di ogni paziente, il quale verrà istruito e motivato al mantenimento domiciliare.

Andare dal dentista è importante, ma non basta! Ci sono una serie di comportamenti e di abitudini che consentono di prevenire nuovi problemi di carattere odontoiatrico e di rendere stabili, se non permanenti, terapie appena svolte. 

In un’epoca in cui il concetto di “salute” si è allontanato da quello di gestione della malattia, per assumere un nuovo valore che s’identifica sempre di più con quello di benessere fisico, anche il dentista ha il dovere di informare i propri pazienti sul significato della parola “prevenzione”.

Il primo passo da compiere è quello dell’osservazione: bisogna cominciare a guardare i propri denti e la propria bocca come si fa abitualmente con le altre parti del corpo; infatti, non è difficile notare delle differenze sulla superficie dei denti o cogliere la presenza di difetti che in precedenza non si consideravano importanti, e  quindi, chiederne al proprio dentista la ragione e l’eventuale soluzione, scoprendola spesso più semplice del previsto.

Un altro elemento di prevenzione fondamentale consiste nell’attuare al meglio tutte quelle manovre di igiene per le quali si è stati istruiti e motivati dall’igienista presso il nostro studio odontoiatrico e che troppo spesso vengono attuate saltuariamente o parzialmente, rendendo così più pesante e, talvolta, urgente, l’intervento del dentista. (N.B. Tutti noi siamo Unici, altrettanto sarà il mantenimento domiciliare consigliato dall’igienista, ovvero personalizzato in base alle esigenze di ogni paziente). L’importanza dell’igiene domiciliare nasce anche dalla constatazione che la nostra alimentazione è molto diversa da quella di qualche tempo fa, con una presenza crescente di zuccheri nella dieta quotidiana (dolci, cioccolata, caramelle..ecc), e sappiamo tutti che anche i batteri responsabili della carie amano i dolci, almeno quanto noi.

Ricordiamo sempre ai nostri Pazienti che il 90% del lavoro di prevenzione parte dall’igiene Domiciliare, troppo spesso Sottovalutata!

L’ultimo atto da compiere per prevenire patologie dentarie, è quello di recarsi periodicamente ad una visita di controllo nella quale il dentista può definire la tendenza alla carie dei propri pazienti e intercettare l’insorgenza di nuove problematiche. L’altra faccia della medaglia è il mantenimento: che senso ha pregiudicare il valore di una terapia, costata sacrificio sia in termini di tempo che di denaro, solo per la pigrizia di non tenere sotto controllo la propria salute?
Oggi abbiamo tutti la possibilità di mantenere in salute la nostra bocca e di fare in modo che tale situazione non sia limitata nel tempo, né legata alla presenza assidua del dentista nella nostra vita. 

Come? Anche in questo caso l’unico lavoro da fare consiste nel seguire le indicazioni che ci vengono date, soprattutto quelle specifiche per il nostro caso, sia in fatto di igiene domiciliare che di visite di controllo: ci sono alcune cure, infatti, che richiedono una conferma periodica della loro efficacia e perciò un esame obiettivo e delle radiografie che attestino l’avvenuta guarigione o la necessità di un secondo intervento.

L’importanza che diamo ai termini “prevenzione e mantenimento“, quindi, nasce dal desiderio di rendere i nostri pazienti PROTAGONISTI della loro salute dentale non più gestita dal dentista come un bene da consegnare alla fine del trattamento, con una scadenza, ma come uno stato fisico da perseguire e mantenere nel tempo. 

Prevenire la carie è meglio di curarla. E questo vale ancora di più per i bambini, così difficili da trattare con l’odioso trapano. Ma sono proprio i piccoli, golosi di caramelle e incapaci di lavarsi bene i denti a essere i più soggetti a carie.
La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie. E’ una procedura non invasiva e a cui non serve anestesia.

I solchi e le fessure dei molari permanenti, a causa della loro conformazione anatomica, rappresentano un luogo ideale per l’annidamento e la proliferazione dei batteri; la superficie di questi elementi ha poco smalto ed è perciò più soggetta agli attacchi cariogeni, anche nei bambini con una buona igiene orale; se consideriamo poi che soprattutto i primi molari permanenti fanno la loro comparsa ad un’età (circa 6 anni) in cui bambini  hanno una scarsa manualità nelle pratiche di igiene e che tali  denti sono più difficoltosi da detergere sia per la loro posizione sia perchè i solchi dei molari appena erotti sono molto profondi,  capiamo bene come sia importante tale Prevenzione.

La sigillatura è una procedura molto semplice da realizzare: dopo aver ripulito con un apposito spazzolino la superficie del dente, quest’ultima viene mordenzata per 20 secondi.
Una volta isolato il dente dai liquidi salivari con del cotone o con una diga di gomma, si applica il sigillante che viene poi fotopolimerizzato. Si tratta di una procedura rapida, indolore, e non invasiva, tanto è vero che non richiede alcuna forma di anestesia, né utilizzo del trapano.

E’ importante però che il bambino (e il genitore!) capisca che non bisogna sentirsi esonerati dall’eseguire corrette manovre di igiene orale, che ricoprono sempre e comunque un ruolo Primario nella prevenzione di altri tipi di lesioni cariose (carie interprossimale, del colletto…) e di problemi orali.

Le sigillature vanno controllate periodicamente e se si staccano vanno riapplicate, in genere però durano diversi anni.
Il costo è di  molto inferiore alla cura di un dente e soprattutto evita la carie quindi si paga meno per avere denti più sani.
Tutti i bambini possono trarre giovamento dalla sigillatura, anche chi non ha mai avuto carie e già effettua prevenzione con il fluoro.
Il fluoro è molto efficace come prevenzione, ma a volte non è sufficiente a prevenire la carie delle superfici masticanti dei molari permanenti. Statisticamente nei pazienti di età inferiore ai 15 anni l’80% delle carie si sviluppano proprio su queste superfici.

La sigillatura è diventata oggi un’arma indispensabile nella lotta contro la carie, ma è molto importante che venga effettuata precocemente, subito dopo l’eruzione del dente permanente, altrimenti potrebbe essere troppo tardi.
A  volte i molari permanenti sono già cariati ancor prima di terminare lo loro eruzione, questo perché cibo e placca si annidano tra la gengiva ancora non perfettamente riassorbita e la corona del dente in eruzione. Durante le varie settimane che il dente impiega per erompere completamente, se i genitori non aiutano il bambino a pulire perfettamente questo dente,  succede spesso che si formi la carie.

Attenzione! Mentre ci si accorge degli incisivi perché cadono quelli da latte, di solito non ci si accorge dei molari, perché spuntano senza che cada nessun dente deciduo corrispondente: erompono subito dietro agli ultimi molari da latte sia nella mandibola che nella mascella.

La carie dentale è ancor oggi una delle patologie cronico degenerative a più elevata prevalenza in quasi tutti i paesi del mondo. Colpisce tutte le fasce di età, anche se i bambini ed i giovani sono le categorie più interessate.

La lesione cariosa consiste in una distruzione dei tessuti duri dentari conseguente ad un processo di demineralizzazione promosso dagli acidi prodotti da alcuni microrganismi della placca. Molte sostanze sono state studiate nel tempo allo scopo di inibire o quanto meno ridurre tale processo, ma a tutt’oggi solo due di esse hanno dimostrato possedere tale capacità: il fluoro e la clorexidina.
Il fluoro interagisce con lo smalto sia durante l’odontogenesi che dopo l’eruzione dell’elemento nel cavo orale.
Nel primo caso i fluoruri giunti al tessuto per via sistemica possono depositarsi negli strati più profondi dello smalto in via di formazione.
In fasi più avanzate dell’odontogenesi, quando la corona è ormai completamente formata, il fluoro può legarsi agli strati più superficiali del tessuto, contribuendo a rinforzarlo.
Infine dopo l’eruzione, se l’elemento è presente nel cavo orale a concentrazioni sufficientemente elevate, questo si può fissare sulla superficie dello smalto, specie in presenza di tessuto demineralizzato, concorrendo alla remineralizzazione di lesioni cariose in fase iniziale.

Una seconda modalità con cui il fluoro agisce è diretta verso i batteri della placca.
Tale azione, conseguente ad una diretta somministrazione topica di fluoro, porta non solo a una riduzione dell’accumulo di placca, ma anche ad un’azione inibitoria sulla produzione degli acidi responsabili dei processi di demineralizzazione.

La somministrazione di fluoro può avvenire in due modi fondamentali: con modalità sistemica e/o topica.

Fluoroprofilassi sistemica

Il fluoro somministrato per via sistemica ha come bersaglio gli elementi dentari in via di formazione ed è pertanto una metodica preventiva da attuarsi fino ai 14 anni circa. Il fluoro si trova in natura in molti alimenti e bevande; in molti Paesi  il fluoro viene regolarmente addizionato all’acqua potabile, secondo quanto consigliato dall’OMS.

Quando l’assunzione inizia subito dopo la nascita si è osservata una diminuzione della carie sulla dentatura decidua a 6 anni in una percentuale compresa fra il 40% e d il 49%; tale percentuale sale fino al 60% sulla dentatura permanente quando l’assunzione del fluoro viene protratta fino ai 13-14 anni. Se un’attenta anamnesi avrà escluso l’esistenza di altre fonti di fluoro, la posologia di assunzione per le compresse o gocce dipenderà dall’età del soggetto e sarà la seguente:

Età del soggetto e dose giornaliera espressa in mg:

  • da 0 a 6 mesi -> nessuna
  • dai 6 mesi ai 3 anni -> 0.25
  • dai 3 ai 6 anni -> 0.50
  • dai 6 ai 15 anni -> 1.00

Fluoroprofilassi topica

La somministrazione di fluoro per via topica può essere effettuata a qualunque età, dal momento che ha l’obiettivo di promuovere i processi di remineralizzazione superficiale dello smalto e di inibire la crescita batterica e la produzione di acidi.

Le metodiche di fluoroprofilassi topiche sono molteplici e prevedono l’utilizzo di mezzi di somministrazione sia per uso domiciliare che professionale. Fra i primi vanno annoverati i dentifrici e i collutori mentre fra i secondi i gel, le vernici e i materiali da ricostruzione a rilascio di fluoro.

Ai dentifrici al fluoro è con grande probabilità da attribuirsi la riduzione della prevalenza di carie che ha avuto luogo negli ultimi decenni e di cui si è precedentemente parlato. A questi infatti nel loro insieme si attribuisce un effetto preventivo del 25% circa. La maggior parte dei dentifrici in commercio contiene fluoro in quantita pari a 1000 ppm.

L’uso di collutori contenenti NaF dallo 0.05% allo 0.2% rappresenta una metodica di prevenzione domiciliare molto diffusa che ha dimostrato possedere un’efficacia in termini di riduzione della carie variabile fra il 30 ed il 40%.

L’applicazione di preparati a base di fluoro per uso professionale viene in genere riservata a quella categoria di pazienti definiti ad elevato rischio di carie.

La metodica che attualmente riscuote i maggiori consensi è l’applicazione di vernici o gel a base di amine fluorurati. L’applicazione semestrale di tali preparati ha dimostrato avere un’efficacia variabile nei diversi studi fra il 20 ed il 60%.

In conclusione è possibile affermare che il fluoro resta a tutt’oggi un presidio di grande utilità nella prevenzione della patologia cariosa.

L’OMS consiglia infatti di attuare, laddove sia possibile, interventi combinati di fluoro-profilassi topica e sistemica e, in soggetti ad elevato rischio di carie, interventi mirati di tipo professionale.

Al pediatra, al medico di base ed al ginecologo dovrebbe spettare il compito di favorire la diffusione delle metodiche di fluoroprofilassi sistemica portando i loro pazienti a conoscenza di tale vantaggi e rassicurandoli sull’innocuità della stessa.

In conclusione, se le sigillature sono un metodo rapido, assolutamente indolore e pertanto ben accetto dai piccoli pazienti, la fluoroprofilassi lo è a maggior ragione, essendo questa una metodica ancor più semplice e rapida, che assicura però, insieme alle sigillature e a controlli periodici, una protezione assolutamente certa della carie e che può evitare dunque ai piccoli pazienti cure lunghe,  fastidiose e  alcune volte invasive.